Per un futuro migliore...
Uno egli errori più grandi commessi dagli Ospedali durante la pandemia è stato quello di compiere una "selezione" tra coloro a cui garantire le cure, come l'erogazione dell'ossigeno, e a chi no. Tutto ciò ci riconduce ad una mancanza di coerenza nel rispettare uno degli obiettivi cardini del Servizio Sanitario e dell'Agenda 2030, secondo i quali bisogna assicurare la salute e il benessere a ogni individuo.
Parlando dell'Agenda 2030 facciamo riferimento all'obiettivo 3 il quale sostiene che "per raggiungere lo sviluppo sostenibile è fondamentale garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età. Sono stati fatti grandi progressi per quanto riguarda l'aumento dell'aspettativa di vita e la riduzione di alcune delle cause di morte più comuni legate alla mortalità infantile e materna. Sono stati compiuti significativi progressi nell'accesso all'acqua pulita e all'igiene, nella riduzione della malaria, della tubercolosi, della poliomielite e della diffusione dell'HIV/AIDS. Nonostante ciò, sono necessari molti altri sforzi per sradicare completamente un'ampia varietà di malattie e affrontare numerose e diverse questioni relative alla salute, siano esse recenti o persistenti nel tempo".
Negli Ospedali vi sono delle lacune del passato che persistono ancora oggi, come per esempio, la mancanza di strumenti adeguati o la scarsità di personale. Per avere maggiore personale una delle cose che si potrebbero fare è quella di aumentare i posti disponibili per accedere alle facoltà in ambito sanitario.
In conclusione, possiamo affermare che tutto ciò che abbiamo analizzato in questo progetto ci ha fatto riflettere sul modo in cui si è operato in questi anni nell'ambito della sanità da parte dei vari operatori sociosanitari, soprattutto durante un periodo tanto particolare quanto la pandemia mondiale. Questo ha fatto sì che noi potessimo riflettere sugli "errori" che le persone hanno commesso, ad esempio la gestione sbagliata dei ricoveri dei pazienti nei vari reparti. D'altro canto, molte regole imposte come per esempio l'uso della mascherina, la divisione dei reparti, lavare spesso le mani, l'umanizzazione delle cure hanno aiutato la popolazione a contenere maggiormente il Covid, ma al contempo altre influenze come per esempio un semplice raffreddore. Inoltre, sono importanti sia per garantirci una sanità pubblica migliore, ma al contempo un futuro più sicuro al fine di non trovarci impreparati dinanzi a situazioni simili.
Una domanda che ci sorge in modo spontaneo è: "Oggi devono essere ancora mantenute queste procedure?"
Probabilmente si, se esse ci aiutano ancor di più a gestire al meglio la struttura e i vari servizi, ma non devono rallentare le procedure di ricovero, gli interventi, le cure.
Ricollegandoci alle iniziative attuate presso l'Ospedale di Foggia, durante il Covid sono stati allestiti, ad esempio, dei "tendoni". Quest'ultimi sono delle strutture messe a disposizione dalla Protezione Civile per separare l'accesso al Pronto Soccorso dei pazienti con sospetta infezione da Covid-19 da quelli affetti da altre patologie. Le tende sono delle strutture mobili e gonfiabili realizzate in materiale impermeabile in plastica facilmente disinfettabili di colore blu. Quindi, possiamo affermare che tali tendoni non sono un unicum dell'Ospedale Riuniti di Foggia ma rappresentano un filtro essenziale per tutti i presidi ospedalieri in quanto avevano come obiettivo quello di evitare il contagio tra i vari pazienti. Infatti, tramite semplici ricerche si può osservare come anche l'Ospedale di Chieti, di Nardò, di Milano, di Lanciano e così via hanno deciso di installare queste strutture.
Vi sono anche altri interventi che non rappresentano un unicum del Policlinico Riuniti, come per esempio, la suddivisione in colori dei reparti al fine di gestire in modo migliore i contagi. La suddivisione avviene tramite segnalinee adesive che venivano posizionate sul pavimento di svariati colori con il fine di formare delle linee guida che dirigono il pubblico verso il reparto desiderato, per esempio il colore rosa indica il reparto maternità. Ancora oggi sono presenti negli Ospedali.
Un altro intervento comune a tutti gli Ospedali è l'utilizzo dei divisori anti-Covid.
In relazione all'Ospedale Riuniti di Foggia, il quale ha proposto l'iniziativa "Cuore di tappi" possiamo affermare che progetti come quest'ultima siano importanti per aiutare la sanità pubblica a colmare tutte le lacune che vi sono poiché, anche un semplice tappo di plastica può contribuire ad uno sviluppo migliore degli ospedali e alla contribuzione delle spese, offrendo strumenti di ultima generazione ai pazienti.
La pandemia ha scatenato una marea di dichiarazioni, buoni propositi, intenzioni, promesse e impegni. Questo riflette sia il desiderio globale di esprimere qualcosa di positivo di fronte alla gravità della situazione, sia la necessità di riconoscere che, dopo gli eroismi e le emergenze causati da anni di tagli irresponsabili, sono necessari interventi strutturali. Tali interventi devono restituire alla sanità, come servizio universale, la credibilità e la capacità di gestire un sistema assistenziale adeguato ai bisogni attuali e futuri. La pandemia ha reso evidente la necessità di una pianificazione che risponda in modo coerente ai bisogni trasversali di un cambiamento.
Valutati gli effetti della precedente pandemia analizzandone gli errori commessi e le mancanze avutesi con il PNRR allo scopo di un futuro migliore è necessario attuare determinati cambiamenti che partano dal semplice al complesso andando a toccare tutti gli aspetti critici della sanità. Tra gli obiettivi da destinare al futuro vi sono:
- creare, aggiornare e utilizzare come riferimento una mappa del Paese, che permetta di trasformare gli indicatori di disuguaglianza in una guida per l'adozione di politiche di discriminazione positiva a medio-lungo termine, a beneficio delle popolazioni più vulnerabili;
- promuovere e attivare reti rappresentative della varietà dei territori, affinché sperimentino e documentino la fattibilità e l'applicabilità delle parole chiave che mirano a garantire la "cura" delle minoranze maggiormente soggette a discontinuità o frammentazione nei servizi sociosanitari;
- investire con le nuove generazioni nella ricerca, all'intersezione tra diritto, economia e ambiente, sia a livello culturale che pratico. Per sopravvivere all'invasione di un capitalismo sempre più proprietario, è necessario un cambio di paradigma che privilegi i diritti fondamentali rispetto alle restrizioni economiche, in conformità con l'articolo 3 della Costituzione.
Il PNRR, prima citato, ovvero Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è il progetto strategico adottato dall'Italia per utilizzare i fondi europei del Next Generation EU, un insieme di finanziamenti creato dall'Unione Europea per sostenere la ripresa economica dopo la pandemia di COVID-19. Il PNRR mira a promuovere la crescita economica, la sostenibilità ambientale e l'inclusione sociale attraverso investimenti e riforme in vari settori, tra cui digitalizzazione, transizione ecologica, infrastrutture, istruzione, ricerca e salute.
Dunque, possiamo citare la frase del filosofo Morin: "Non tutta la pandemia viene per nuocere, e dare un senso a tutto spetta a noi".