Analisi di sfondo

Nel nostro progetto andremo a parlare della tecnica del before and after in relazione all'ospedale considerato un "edificio, o complesso di edifici, destinato all'assistenza sanitaria dei cittadini, e quindi adeguatamente attrezzato per il ricovero, il mantenimento e le cure, sia cliniche sia chirurgiche, di ammalati o feriti".

La tecnica del before and after detta anche re-photografaphy (ri-fotografia) è intesa, dai sociologi visuali, come il confronto nel corso del tempo del contenuto delle immagini. Essa ci permette di cogliere un aspetto diverso al contenuto delle singole foto, che noi definiamo cambiamento. Un grande contributo nell'ambito della ri-fotografia fu quello di Jon Rieger, il quale pensò di realizzare un confronto tra ieri e oggi di un'area agricola del Nord del Michigan. I risultati dello studio furono stimolanti così da vedere la ri-fotografia come strumento di analisi più importante per la ricerca visuale sul cambiamento.

La tecnica del before and after presenta delle precisazioni di ordine metodologico:

  • il confronto deve avvenire tra periodi storici diversi, come per esempio, un confronto tra anni Novanta e anni Sessanta;
  • è fondamentale la presenza di una documentazione iconografica del "prima";
  • lo studio deve avvenire fra unità che si possano confrontare tra di loro.

In relazione al nostro progetto la tecnica a cui faremo riferimento è quella del before and after approssimativo, la quale ci permette di notare le differenze sostanziali, ma che al tempo stesso non ci permette di confrontare i singoli dettagli. L'elemento cardine della tecnica del before and after, come abbiamo visto, è la fotografia. Quest'ultima ha "il pregio di cogliere l'attimo, di cristallizzare un momento del fluire del tempo". Essa è nata come uno strumento scientifico e il suo ideatore è stato Louis Jaques Daguerre. Egli presentò i primi "dagherrotipi", nonché delle immagini ottenute attraverso una lente in cui veniva filtrata la luce che forniva un annerimento selettivo. Tale strumento fu fondamentale negli studi di antropologia, astrologia, botanica e zoologia. Successivamente l'utilizzo venne diffuso per figurare molteplici panorami e i soggetti durante le attività quotidiane. I primi esperimenti portarono a numerosi problemi tecnici che obbligavano le persone a rimanere sedute e immobili per lungo tempo e dietro di essi vi era uno sfondo di cartapesta. Nel giro di poco tempo ci furono dei progressi in questo ambito, arrivando ad elaborare un metodo che permetteva di stampare le immagini su carta, fu possibile scattare le fotografia in bianco e nero. Difatti si iniziarono a rappresentare tutti i problemi della condizione umana e a riprendere momenti di vita basandosi in particolare sia sulle contraddizioni sia su usi e costumi delle diverse popolazioni. Le prime fotografie riguardavano la guerra e in questi casi era più facile fotografare i morti che i vivi. Rispetto al passato cominciarono a cambiare i temi rappresentati nelle fotografie. Nel periodo in cui prendono vita le società di mutuo soccorso e vengono creati istituti di beneficenza e assistenza come la Croce Rossa, i fotografi si fanno carico di un ruolo molto importante, in quanto vanno a documentare condizioni di arretratezza della popolazione, per giunta attraverso i loro servizi possono smuovere l'opinione pubblica. La tecnologia, effettivamente, era molto d'aiuto a quei tempi poiché venne fornito il "lampo al magnesio", il quale faceva in modo di illuminare la scena simultaneamente con lo scatto fotografico.

Tra i più grandi fondatori della sociologia visuale americana troviamo Jacob Riss e Lewis Wicker Hine. Invece, il fondatore della sociologia visuale italiana fu Paolo Mantegazza, il quale sosteneva che la fotografia aveva un importante valore nonché quello di essere democratica. Le due caratteristiche che assumono particolare merito nei discorsi di Mantegazza sono: l'idea che la fotografia sia uno strumento "scientifico" e che debba mettersi al servizio della democrazia.

Proponiamo questo progetto con l'obiettivo di mettere in luce le differenze fra due grandi periodi: quello storico e quello moderno al fine di non commettere gli stessi "errori".

Dunque, andremo a parlare della struttura ospedaliera, della sua organizzazione e delle sue relazioni prima, durante e dopo la pandemia Covid-19.

A tal proposito abbiamo scelto di parlare della pandemia Covid-19 per svariati motivi poiché, in primo luogo, è un evento globale significativo che ha avuto un impatto profondo sulla vita delle persone, sulle economie e sulle società. In secondo luogo, ha influenzato molti settori oltre la sanità ovvero l'economia, l'istruzione e la tecnologia, offrendo una vasta gamma di temi da esplorare. Successivamente, la pandemia ha messo in luce questioni di equità, resilienza e solidarietà, che sono cruciali per analisi sociologiche e umanistiche. Inoltre, analizzare come è stata gestita la crisi può offrire importanti insegnamenti per affrontare future emergenze sanitarie. In conclusione, è stato un evento vissuto in prima persona da noi. In particolare, proprio per quest'ultimo motivo nasce in noi l'idea di voler approfondire questa tematica, a differenza di altri virus come la peste, la malaria che sappiamo cosa sono grazie alla storia ma che fortunatamente non abbiamo direttamente sperimentato.

Precedentemente abbiamo parlato degli impatti della pandemia sui diversi settori, tra cui istruzione, economia e sanità. Nel primo gli effetti negativi sono l'interruzione dell'apprendimento, perdita di abilità sociali, aumento del tasso di abbandono scolastico; ma anche effetti positivi come adozione della tecnologia, sviluppo di competenze digitali, accesso a risorse globali e innovazione didattica. Nel secondo settore i vantaggi sono accelerazione della digitalizzazione e innovazione, incremento della solidarietà e cooperazione internazionale, adozione di nuovi modelli di lavoro flessibili; ma anche degli svantaggi ovvero recessione economica, aumento della disoccupazione,

fallimenti aziendali, aumento del debito pubblico. Nel terzo, quello che abbiamo deciso di analizzare, gli aspetti favorevoli sono aumento degli investimenti nella sanità, accelerazione della ricerca di vaccini e trattamenti, diffusione della telemedicina, miglioramento delle capacità di risposta alle emergenza, aumento della collaborazione internazionale; invece, tra gli aspetti sfavorevoli abbiamo sovraccarico dei sistemi sanitari, ritardi nelle cure per altre malattie, stress e burnout degli operatori sanitari, interruzioni nella fornitura di medicinali e attrezzature e aumento delle disuguaglianze sanitarie.

Una domanda che ci siamo poste è: "Perché il Covid-19 è diventata una pandemia globale se è nata in Cina? La globalizzazione ha facilitato la rapida diffusione del virus da un paese all'altro attraverso i movimenti internazionali di persone e merci. Ha anche evidenziato le interconnessioni tra le economie globali e la dipendenza dalle catene di approvvigionamento internazionali, portando a sfide come la scarsità di forniture mediche e la competizione per risorse limitate. Allo stesso tempo, la pandemia ha rafforzato la necessità di una cooperazione internazionale per affrontare la crisi e sviluppare soluzioni comuni.

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